Un fenomeno spesso trascurato, forse non ancora conosciuto ma sicuramente interessante: l’iperplasia.
Il binomio eterno è: ipertrofia = aumento del volume cellulare. Ma cos’è l’iperplasia muscolare?
Possiamo essere tutti d’accordo, d’altronde è provato e riprovato in tutti i modi, l’ipertrofia muscolare porta ad una crescita.
Sintetizzando al massimo e usando termini il più comprensibili possibile: una corretta sollecitazione muscolare stimola proteine di diverso genere, ormoni, recettori ed una sinterizzazione in quantità maggiore di miofibrille (un modulo della muscolatura striata), nonché un danneggiamento delle cellule muscolari (fibre). Questo procedimento porta ad una crescita cellulare.
Ricordiamo sempre che le fibre muscolari, generalmente, non sono in grado di attuare il processo di mitosi, in poche parole non sono in grado di dividersi. Non entreremo nel merito e non ci soffermeremo di conseguenza sulle diverse tipologie di ipertrofie e sui passaggi di ricostruzione cellulare.
Tornando all’argomento di oggi, perché ho esordito parlando dell’ipertrofia?
Semplicemente per aver ben chiaro una vota per tutte qual’è la differenza.
L’ipertrofia “lavora” su fibre esistenti a favore di esse, fa si che un determinato numero di cellule predisposte crescano. Ricordate bene questo punto.
Cosa fa allora l’iperplasia? Qual’è l’effetto che ha sulle nostre fibre muscolari? Perché può esserci di utilità nei nostri allenamenti?
Anzitutto specifichiamo che le prime ricerche inerenti l’argomento sono iniziate nei primi anni 60 e tutt’oggi non è ben chiaro tutto il quadro.
Sappiamo però che l’iperplasia è un meccanismo che si attua mediante l’attivazione di cellule satellite e non agisce a favore né della crescita muscolare, né cellulare.
Le cellule muscolari, come premesso, non sono in grado di attuare il processo di divisione (mitosi), però si è arrivati a scoprire che questo tipo di cellule satellite, una volta proliferate, sono in grado di unirsi e di generare, di conseguenza, nuove fibre muscolari.
Nuove fibre muscolari vuol dire nuovi nuclei e maggiore sintesi proteica, il che porterebbe alla possibilità di una maggiore crescita muscolare.
Qual’è però il metodo migliore per stimolare l’attivazione di queste cellule satellite così miracolose?
Come anticipato non è ancora certo il meccanismo attraverso il quale avvenga questo meccanismo, lo si è teorizzato mediante il solo studio in laboratorio su animali.
Si è evidenziato però che l’attivazione di queste cellule avvenga grazie ad una stimolazione da sovraccarico importante (massimo 6 ripetizioni) e che abbia la sua migliore resa durante le fasi eccentriche in tenuta, nel momento in cui il muscolo raggiunge il suo punto di allungamento massimo. Possiamo facilmente constatare che il carico articolare e tendineo è estremo, di conseguenza l’attenzione durante tutto il ROM (range of motion) sarà estrema. Altrettanto scontato è che possiamo provare a cimentarci in questo tipo di sollecitazione solo se abbiamo una struttura scheletrico-muscolare adatta e “rodata”, assistiti da un bravo spotter.
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